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Archive for the ‘Musica’ Category

Apple, il film di Natale

Quello che mi piace di questo filmApple è la capacità di parlare di emozioni mettendo al centro un proprio prodotto, ma in un modo delicato, equilibrato, non smaccatamente commerciale.

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Mercoledì sera ho visto il Nabucco da un palco del teatro alla Scala.
Scelta originale quella di preferire a costumi storici di scena abiti di inizio secolo, con Nabuccodonosor in camicia, completo grigio e bretelle.
Inizialmente il pubblico ne è rimasto un po’ confuso.
In realtà credo questa scelta abbia voluto sottolineare il forte parallelo in essere tra quell’evento storico che vide gli ebrei schiavi dei babilonesi e tante realtà di oggi, con popoli o gruppi di persone esiliati e perseguitati.
Opera corale e per questo ancora più potente e impattante, questo Nabucco è stato interpretato in modo eccellente da cantanti e musicisti, uno su tutti il tenore Leo Nucci.
Ovviamente l’opera ha avuto il suo momento più emozionante nel terzo atto, quando il coro ha intonato “Va pensiero”.
Immobile, posizionato al centro del palco, il coro ha cantato in modo sublime strappando un applauso infinito e una raffica di “bravi””bis” dal loggione.
Il maestro ha deciso a quel punto di concedere il bis.
Quel coro immobile in abiti “occidentali”, quel canto struggente…. (“Oh mia patria si bella e perduta……”) così vicino a tutti noi in questo momento di smarrimento collettivo. Impossibile non esserne toccati.
(trovate qui un breve ma significativo trailer).
E qui sotto alcune immagini.
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Le magie jazz di Bollani e la voce graffiante di Irene.

Why not?

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Pazienza

Bellissima. Oggi l’ho ascoltata a oltranza.

Ti giri e cerchi di parlare
Da quale sogno vuoi tornare
Da quale angolo lontano
Ombre a rincorrersi sul muro
Mi viene incontro il tuo profumo
E’ un mare calmo l’incoscienza
E ho bisogno di te
Pazienza
Che strani giorni amore
Si muovono le nuvole
Onde a toccare il cielo davanti a noi
Dammi le tue mani
Sei entrato senza far rumore
Hai preso tutte le parole
Ed hai sprecato ogni mia forza
Una rincorsa per le scale
Un’altra strada da sbagliare
Non ho mai fatto penitenza
Bastavi tu
Pazienza
Che strani giorni amore
Si cercano le nuvole
Onde a bucare il cielo davanti a noi
Prendimi le mani
Che strani giorni amore
Si cercano le nuvole
E darsi tutto e farsi male
E andare a fondo, a fondo per cercare
Svegliati, sali su, fino a me
Brilla già in ogni via la tua luce
Chissà se avremo un’occasione
Ancora un cambio di stagione
Io benedico la tua assenza
Beata me
Pazienza
Che strani giorni amore
Leggeri tra le nuvole
E resta addosso il male e il bene
Nascondo tutto, tutto nelle vene
Come sorridi tu, nessuno
Come mi guardi tu, nessuno
Oltre satelliti e aquiloni, seguirti ancora
Arriverà domani
Splende già in ogni via quella tua luce

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La prima cosa bella

Risentita oggi x caso sull’ipod di un amico. Bella la canzona, delicato e struggente il film.

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Una delle mie canzoni preferite di De Andrè.
Poesia, e un canto che ipnotizza.

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Lo scorso week end sono volata a Roma per il concerto di Jovanotti, complice un’amica che mi ha regalato i biglietti (santa subito!) facendomi un mega regalo di compleanno.
Il concerto è stato S P A Z I A L E.
Lorenzo ha ballato e cantato con un’energia incredibile alcuni dei suoi pezzi più belli. Ben costruiti tutti i video che supportavano ogni brano. Ognuno diverso e a suo modo originale. Davvero un grande spettacolo. Grande Jova!
Vi dedico questa canzone che trovo la più delicata e commuovente dell’ultimo album.

…”sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.”

 

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Ieri sera ero al mitico concerto di Jamiroquai. Il terzo per me. E’ stato come le altre volte un’immensa scarica di energia. Magnetico Jay Key con il suo copricapo di piume. Icredibili, anche se meno frizzanti del solito i suoi passi di danza. Travolgente “Love fool” eseguita per metà in versione acustica e per metà in versione funk. Immortali poi Cosmic Girl, e The space cowboy. Peccato nessun lento e pochissimi pezzi del suo fantastico album d’esordio quando era pià vcino all’acid jazz che al funk. Ma lo perdono.

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Lunedì sera ore 21 appuntamento al teatro Dal verme per assistere al concerto di Joanna Newsom, arpista-vocalista californiana della cui musica “onirica” vengono tessute le lodi. Esco dall’ufficio alle 20, Mi fiondo a Milano. Inforco una bici della Moratti e arranco fino al teatro. Ingurgitò un tramezino al volo e prendo posto in platea giusto in tempo.
Ore 21 prima sorpresa: il giornalista organizzatore della manifestazione ci spiega che l’artista arriverà alle 22. Nel frattempo verremo intrattenuti dal suo supporter, uno smilzo cantautore di Glasgow.
L’insofferenza serpeggia fra il pubblico. Scene evdenti di insofferenza. i Eccheccavolo è pure lunedì sera……. e i Gun’s & Roses per un ritardo analogo in rlada si son prsi fior di bottigliate in faccia dal pubblico.
Insomma il povero “apripista“entra sul palco e intona una delle sue canzoni. Si tratta di ballate chitarra e voce cantate nell’inglese stretto e incomprensibile dei minatori di Glasgow. Anche la lunghezza non è indifferente: per cantare 5 pezzi impiega circa 40 minuti. La Locomotiva di Guccini in confronto è una canzone bonsai. Ovviamente non si comprende una frase dei testi della canzone. Il pubblico abbozza sperando che l’agonia sia ormai prossima al termine. Il poveretto del resto si prodiga in frasi del tipo “Thank you for listening”, almeno si rende conto della situazione.
Alle 22 finalmente Joanna sale sul palco. Ha 27 anni. Abito lungo, capelli lunghi tipo Jessica Rabbit, tacchi alti. Le sue movenze e la sua voce ricordano la migliore Shirlie Temple: movenze affettate, vocina acuta, sorrisetti femminili che fanno scattare l’ormone alla parte maschile della platea.
L’artista si mette all’arpa e comincia a cantare, con una voce davvero particolare, incisiva, cristallina ed al tempo stesso inaspettamente infantile.
Un canto che ti rapisce e turba, difficile da classificare.
Al termine del primo brano si alza e con qualche moina si sposta al piano. Tutti gli ormoni presenti in sala confluiscono in un fragoroso applauso. Certo se fosse stata brutta, baffuta e con le all star ai piedi  il clamore sarebbe stato minore. Ma così è la vita.
Joanna scodinzola cinguettando tra l’arpa ed il piano a coda per un’ora e mezza. I brani forse più coivolgenti sono quelli in cui alla sua voce e all’arpa si uniscono anche altri strumenti o altre voci. Passaggi suggestivi, caldi.
Ma un’ora e mezza è davvero tanta. Soprattutto nella notte di un giorno lavorativo. Dopo un po’ la vocina così originale mi sembra un miagolio straziante come nella colonna sonora di Lanterne rosse. Alle 23,30 il concerto termina e, stordita dallo spettacolo, mi avvio a piedi verso casa. Le bici della Moratti ormai non funzionano più.
Lungo via Mercato continuo a pensare alla 27enne californiana e alla follia della sua musica e ai piedi nudi del suo batterista. Avrei voluto avvicinarlo e chiedergli se anche per lui la muisca di Joanna si può definire “onirica”. Sapendo che per me quell’aggettivo poteva avere una doppia valenza. Poi uno sbadiglio mi ha aperto la bocca e chiuso i pensieri.
Sto regredendo. Lo so.
Vi lascio un video di Joanna. Sognate un po’ anche voi…….

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MI piacciono gli artisti tormentati. Quale artista non lo è stato, potrebbe essere lecito chiedere. Forse nessuno. Ma alcuni più di altri.
Domenica ho assistito agli Arcimboldi all’esecuzione di 2 opere di Petr Ilic Cajkovskij: Il Concerto per violino in Re maggiore op 35 e la Sinfonia n5 op 64.
Molto emozionanti.
Qualche parola tratta dal libretto:
“Il primo tempo descrive il bilico sperduto e fragile che si persegue nel corso della vita, quando le proprie menzogne ed illusioni non bastano più, e non resta altro che immergersi nell’esistenza. Ogni nota del primo movimento sembra sospesa tra la più lucente gioia di vivere e la più nera difficoltà dell’esistenza”…… “GLi ultimi accordi del concerto sono l’esplosione di quel sorriso esasperato sul nulla, la deflagrazione dell’insopprimibile sorriso disilluso dell’uomo di fronte alla propria malinconia.”

L’unica nota dolente di questo concerto è che Valerio si è invaghito della violinista. Le ha pure chiesto l’amicizia su FB. E io sono un po’ agitata.

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Ga el suv

Canzoncina fantastica, da ascoltare (e vedere).

Bèla, alùra? Bèla, alùra? El g’ha ol Suv Uhè. Testina cosa vuoi? El g’ha ol Suv. Inquina? Fatti tuoi! Gliel’ha comprato il Papi… c’ha la fabrichètta, parcheggia sui binari… E poi lo sposta? Senza fretta. Ma va in doppia fila? ‘Zz se ne frega, c’ha la pila… (grana-soldi) El g’ha ol Suv. Lü l’è el Baüscia milanés, che ol’g’ha ol Suv! Occupa tutta la City col Suv. Lui spende e spande alla stragrande. El g’ha ol Suv, El g’ha ol Suv El g’ha ol Suv, Suv, Suv, Suv… Si fa allargare il garagìno? Non ci sta il gioiellino… Se non dici che ti piace poi piange il bambino… Ad ogni multa si stupisce: “Non si può sulle strisce?” E col Ghisa poi s’impunta: “Mi compro te e la giunta!” El g’ha ol Suv… Lü l’è el Baüscia milanés, che ol’g’ha ol Suv ! Tutto è permesso perché lui ol g’ha ol Suv. Lui spende e spande alla stragrande El g’ha ol Suv, El g’ha ol Suv, El g’ha ol Suv, Suv , Suv , Suv ….. Ma smettila…. E Curma? Santa, Saint Moritz… Ahahahah, Bèlla, alùra? Bèlla, alùra?

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Sanremo con la nonna

Giovedì sera ero a vicino a Cremona, a casa di mia nonna Bianca, 88 anni, una forza della natura.
Dopo cena ci siamo sedute in poltrona a guardare il festival e soprattutto a commentarlo insieme.
La serata si è aperta con revival di canzoni rese famose dal festival negli anni.
Sale sul palco Carmen Consoli.
Nonna: Chi è questa?
Io: Una cantante siciliana.
N: E grossa?
I: no, normale
N: (guardandola): beh, magra non è. E poi cos’ha una pettinatura dell’800?
Carmen comincia a cantare. Quando attacca il ritornello la nonna Bianca è presa da un moto di indignazione.
N: Se la sentisse Nilla Pizzi le tirerebbe uno sciafòn! (sciafòn = schiaffone in dialetto lombardo).

Su alcune canzoni famose mi sono lanciata a cantare. Lei voleva fermarmi (perchè sono stonata) ma senza offendermi. Questi i 3 tentativi più originali:
1) “Tesoro piano che svegli la vicina”
2) “Guarda che ti rovini la digestione a urlare dopo mangiato”
3)”Massimo Ranieri è proprio bravo. Zitta per piacere che voglio sentire lui”
M è toccato continuare in playback.

Alle 12,15 sono andata a letto. La mattina seguente mi sarei dovuta alzare presto.
La nonna è passata in camera a darmi la buonanotte. Le ho chiesto a che ora sarebbe venuta a dormire.
Mi ha risposto: “tra un po’…. adesso guardo ancora po’ di festival che c’è Renga“.

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Adoro questa canzone. A metà tra poesia e confessione. E più l’ascolto più sento che parla un po’ anche di me.

Non farmi tornare nemmeno una volta in quel bar,
non farmi sentire mai più quell’odore di chiuso.
Si, lo so che io ti avevo un pò illuso,
ma sai quante volte parlando io illudo anche me.

Ti ho visto addentare un panino dentro all’autogrill:
a volte un dettaglio può uccidere una poesia.
Si, lo so che in questi casi è sempre colpa mia:
l’amore inventato non vale il ricordo di lei.
Ma visto che lei non c’è più non possiamo di certo fermarci:
noi uomini forti sappiamo a che santo votarci.
In nome di cosa, non so, ma noi teniamo duro,
teniamo nascosto il passato e pensiamo al futuro.
…ma il futuro cos’è?

Il futuro è un’ipotesi,
forse il prossimo alibi che vuoi,
il futuro è una scusa per ripensarci poi.

Il futuro è una voglia, non si sa se sincera,
il futuro è una donna che probabilmente spera,
fino a quando, chissà?

Tu quando mi metto a parlare non capisci mai,
oppure mi prendi alla lettera e sbagli risposta.
Sì, lo so che starmi accanto molto spesso costa,
ma sai quante volte mi costa restarmene qui.

Ma il futuro è un’ipotesi,
forse il prossimo alibi che vuoi,
il futuro è una scusa per ripensarci poi.
Il futuro è una voglia, non si sa se sincera,
il futuro è una donna che probabilmente spera.

Ma il futuro è un’ipotesi,
forse il prossimo alibi che vuoi,
il futuro è una scusa per ripensarci poi.
Il futuro è una voglia, non si sa se sincera,
il futuro è una donna che probabilmente spera,
fino a quando, chissà?

Ma il futuro è un’ipotesi

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Voto la versione originale, sia per il testo che per l’interpretazione!

You float like a feather
In a beautiful world
I wish I was special
You’re so fuckin’ special

But I’m a creep,
I’m a weirdo
What the hell am I doin’ here?
I don’t belong here

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Siete caldiiiiiii?

Io si.

Non vedo l’ora.

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Bruce Springsteen scrisse questa canzone e la regalò a Patti Smith.

Bellissima. Una scarica di energia.

Take me now baby here as I am
Pull me close, try and understand
Desire is hunger is the fire I breathe
Love is a banquet on which we feed

Come on now try and understand
The way I feel when I’m in your hands
Take my hand come undercover
They can’t hurt you now,
Can’t hurt you now, can’t hurt you now
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to lust
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to us

Have I doubt when I’m alone
Love is a ring, the telephone
Love is an angel disguised as lust
Here in our bed until the morning comes
Come on now try and understand
The way I feel under your command
Take my hand as the sun descends
They can’t touch you now,
Can’t touch you now, can’t touch you now
Because the night belongs to lovers …

With love we sleep
With doubt the vicious circle
Turn and burns
Without you I cannot live
Forgive, the yearning burning
I believe it’s time, too real to feel
So touch me now, touch me now, touch me now
Because the night belongs to lovers …

Because tonight there are two lovers
If we believe in the night we trust
Because tonight there are two lovers …

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Concerto a San Siro

Domenica scorsa c’ero anch’io sul prato di San Siro.
(a dire il vero sono arrivata alle 20,30 e il concerto era iniziato  alle 4…..).

concerto2
Che dire? i duetti sono sempre belli, la pausini mi paice perchè è genuina (mitica la frase: “i miei sogni sono grandi quanto il mio sedere”, la nannini perchè comunica un’energia incredibile.
concerto2
A questo link le altre foto qualche foto. Chissà se fanno un cd!

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Però, (cosa vuol dire però) Mi sveglio col piede sinistro Quello giusto Forse Già lo sai che a volte la follia Sembra l’unica via Per la felicità C’era una volta un ragazzo chiamato pazzo e diceva sto meglio in un pozzo che su un piedistallo Oggi indosso la giacca dell’anno scorso che così mi riconosco ed esco Dopo i fiori piantati quelli raccolti quelli regalati quelli appassiti Ho deciso di perdermi nel mondo anche se sprofondo lascio che le cose mi portino altrove non importa dove non importa dove Io, un tempo era semplice ma ho sprecato tutta l’energia per il ritorno Lascio le parole non dette e prendo tutta la cosmogonia e la butto via e mi ci butto anch’io Sotto le coperte che ci sono le bombe è come un brutto sogno che diventa realtà Ho deciso di perdermi nel mondo anche se sprofondo Applico alla vita i puntini di sospensione Che nell’incosciente non c’è negazione un ultimo sguardo commosso all’arredamento e chi si è visto, s’è visto Svincolarsi dalle convinzioni dalle pose e dalle posizioni Lascio che le cose mi portino altrove altrove altrove Svincolarsi dalle convinzioni dalle pose e dalle posizioni Svincolarsi dalle convinzioni dalle pose e dalle posizioni

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Creuza de mä

Poco fa in tv hanno passato uno spezzone di concerto di De Andrè, e la sua canzone che amo di più. Eccola.

…..”E ‘nt’a barca du vin ghe naveghiemu ‘nsc’i scheuggi
emigranti du rìe cu’i cioi ‘nt’i euggi
finché u matin crescià da puéilu rechéugge
frè di ganeuffeni e dè figge
bacan d’a corda marsa d’aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta ‘nte ‘na creuza de mä

(traduzione- spero che sia di qualità)
E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d’acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una stradina di mare”

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PoveroPovia

Sinceramente non avevo mai provato alcun interesse per le canzoncine banalotte di questo tizio. La sua filosofia di vita  ” Volerò ma non troppo in alto Perché il segreto è volare basso” è decisamente opposta alla mia.
L’altro giorno però mi è toccato leggere di un nuovo testo agghiacciante che il nostro porterà a Sanremo. La canzone celebra un gay guarito. Si avete capito bene. Il nostro profeta pensa che l’omosessualità sia una malattia.
Ma perchè non continua a parlare coi piccioni e la smette di spararle grosse?

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Da Io Donna, intervista a Paolo Conte:
….Alcune mie musiche mi imploravano di essere coperte di parole d’amore. Le ho accontentate senza vergogna”.
Visto dalla maturità c’è un vecchio errore che le resta amaro?
“Avrei dovuto osare di più.”
Un sogno che non ha ancora realizzato?
“Dovrei osare di più”.

paolo_conte

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Questa versione del tormentone dell’estate…… è decisamente meglio dell’originale….

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Oggi ho trovato questo cd in un supermercato di Genova.
Qualcuno li conosce?

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Venerdì sera all’Arena Civica serata Disco un po’ speciale. Tutti ballavano come dei forsennati al ritmo scelto dai 2 DJ che armeggiavano sul un grande palco al centro della pista, però NON SI SENTIVA LA MUSICA.

O meglio, per sentirla dovevi metterti le cuffie che ti davano all’ingresso. Col selettore potevi scegliere tra i 2 canali disponibili e ballare a scelta la musica preparata dall’uno  dall’altro dei 2 DJ.
Strano ma alla fine anche divertente. Per esempio se vuoi fare 2 chiacchiere ti togli la cuffia e via!

QUI o QUI le altre foto.

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