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Le borsette della nonna

Vuotare la casa di una persona che ci ha lasciati è come fare un doloroso tuffo in un oceano di ricordi, immagini, emozioni.

Quelli più nitidi sono, me ne rendo conto ora, quelli più lontani.

Forse perchè da piccoli, senza intrusioni del passato e del futuro, si riesce a mettere meglio a fuoco il presente, ad assaporarlo nella sua pienezza.

Il profumo del pane parmigiano, i cassetti pieni di fotografie, la cantina fresca ricca di oggetti misteriosi.

E poi gli armadi, con abiti e accessori “da grandi”.

Le borsette per esempio. 

Trovarle ora è stato un po’ come ripercorrere gli ultimi 40 anni, forse di più.

Niente di prezioso, ma borse di forme e stili e materiali diversi.

Una sola cosa in comune: dentro ad ognuna due o tre caramelle, un fazzoletto di stoffa e un paio di guanti.

Sará bello usarle.

Che forza quest’uomo

Un impermeabilino di plastica come quello dell’ultimo pellegrino.
Così Papa Francesco ha conquistato i 6 milioni di persone accorse a Manila per vederlo.
E ha conquistato anche me.

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Correre

Oggi ho corso 35 minuti e mi sono sembrati un’eternità. Ho ricordato una riflessione di Agassi in Open annotata perchè un giorno suo figlio la leggesse:
“Ho appena perso il match e sto malissimo. Quel che è peggiio è che domani dovrò giocare una specie di match di consolazione ma vorrei scappare. Jaden se mai dovessi sentirti sopraffatto da qualcosa come mi sento io stasera, tieni giù la testa e continua a lavorare e a provare. Affronta il peggio e scoprirai che non è poi così tragico.Sarà la tua chance di essere in pace. Volevo lasciar perdere, partire, tornare a casa da te e vederti. E’ difficile rimanere e giocare, è facile tornare a casa e stare con te . Ecco perchè rimango”.
Che grande Andreino.
E poi c’è Runkeeper, la mia app di allenamento che mi manda messaggi carini.

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La vista è incredibile. In più dovreste immaginare il canto contrapposto di diversi Muezzin e il bisbigliare lontano della città. Magia pura.

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Pasqua fortunella

Guardate cos’ho trovato… Uno dopo l’altro

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Felicità è……

Un ovetto personalizzato!

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Foto velata

Foto velate

Dubai. Questa signora si è fatta scattare una foto ricordo dal marito (in jeans e camicia) davanti al buri-al-kalifa.

Dopo lo scatto è andata a vedere il risultato. Evidentemete non soddisfatta ha chiesto che la foto venisse ri-scattata e si è rimessa in posa. Considerando i pochi cm quadrati scoperti del suo viso forse era sbagliata l’inquadratura, forse si vedeva troppo grassa, chissà……

(per ulteriori dettagli http://www.squadrati.com , ho preso l’immagine da lì, vi accedete cliccando sull’immagine stessa)

Dai vi faccio un test

Siccome l’ho fatto e mi sono riconosciuta nel risultato lo propongo anche a voi Pronti??? Via…..Guardate per qualche secondo questi alberi di Natae e scegliete quello che vi piace di più. Poi cliccate sull’immagine per accedere alle “soluzioni”.

test albero

(Io sono 1 e voi?)

Apple, il film di Natale

Quello che mi piace di questo filmApple è la capacità di parlare di emozioni mettendo al centro un proprio prodotto, ma in un modo delicato, equilibrato, non smaccatamente commerciale.

Natale coi nipoti

Badante della bisnonna: “Sapete, anch’io sono nata il 25 dicembre”

Bea (7 anni): ” Ma allora sei la gemella di Babbo Natale”

Stanotte urge un ripasso.

Ricetta facile per il nuovo anno

Ottimo spunto della mia cara amica e coach @fparviero

Dare.

Babbo Natale sul lettino

psyco Santa

Dedicato a tutti quelli (tanti, troppi….) che hanno un po’ la sindrome di babbo natale-

Pool with a view

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A volte è bello ricordare posti unici. Ogni ricordo allegro racchiude però in fondo anche un po’ di malinconia. E’ così anche per questa immagine. Le luci, la notte, i grattaceli a pardita d’occhio, il lusso ostentato di questa piscina in un luogo irreale. Ecco questa foto racconta un po’ l’umana tensione a costruire paradisi artificiali in grado di anestetizzare, ma solo momentaneamente, l’infelicità.

Nelson

7 anni fa
Johannesburg
ultima tappa di un bellissimo viaggio in Sudafrica.Soweto, la casa di Mandela, (Madiba come lo chiamavano i suoi….) e soprattutto il museo dell’Apartheid, così emozionale, così toccante.
Caldissima l’accoglienza delle persone del quartiere.
Bellissimo il video del discorso di De Klerk in parlamento nel febbraio del ’90 che annuncia la liberazione di Nelson Mandela e la fine dell’Apartheid.

5 anni fa
New York
viaggio con amici per incontrare altri amici. Tra questi Sthu, Presidente dell’ente del turismo Sud Africano in America.
Ci raccontava con grande gioia di aver ottenuto dal sindaco di NY di poter celebrare i 90 anni di Mandela illuminando l’Empire State Building con i colori della bandiera Sudafricana. “Però non tutti, signora, le avevano detto, per cortesia può sceglierne 3-4 al massimo?”.
Emozionante quell’empire giallo verde e rosso.

Gloria

Divertente, ironico, genuino, “Gloria” ci racconta una donna cinquantenne che non vuole rinunciare ad amore, passione, divertimento.
Ce la racconta senza fronzoli mettendo a nudo vizi e piaceri quasi adolescenziali, ma anche paure, incomprensioni, solitudine.
La strepitosa interpretazione di Paulina Garcia (migliore attrice al Festival di Berlino 2013) ha regalato a questo film cileno un grande  e meritato successo anche in Italia.
Unica pecca: forse un po’ lungo.

Tutti spiano tutti

(da Internazionale 1Nov2013)

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Immagine
E’ il primo libro di Jorge Amado che leggo, e volentieri ne leggerò altri.

Il calore del Brasile, il mondo dei primi coltivatori di cacao visto con occhio attento e ironico da Amado che indugia con amore per i dettagli su quella strana società  fatta di fazienderos, di imbroglioni e mercenari. E’ una società in cui la donna è ancora relegata ai tristi ruoli di ragazze da marito, moglie cornuta, o amante mantenuta. E poi c’è lei, Gabriella,la protagonista, una giovane mulatta, dotata di una sensualità spontanea, incontenibile, capace di incantare (ma anche confondere) tutti gli uomini . Gabriella, “che semplicemente ama e divinamente cucina”, una donna solare, che ama la vita, la ama perchè c’è il sole, perchè gli uccelli cantano, perchè un gatto le fa le fusa, perchè si può ballare e cantare e girare scalzi senza curarsi del proprio aspetto. E’ una donna libera e questo fa la sua felicità. Così Amado stesso sembra prigioniero della sua magia.

“L’amore non si prova, non si pesa.
è come Grabriella. Esiste, basta questo.
Il fatto che noi non riusciamo e comprendere, o a spiegare una cosa
non distrugge la cosa.
Non so niente di stelle, ma le vedo in cielo.
Sono la bellezza della notte.»

“ Nessuna donna al mondo possedeva fuoco come lei, con quel calore, quella tenerezza, quei sospiri, quel languore. Più dormiva con lei, più aumentava il desiderio. Sembrava impastata di canto e di danza, di sole e luna, era di garofano e cannella”.

“Aveva pensato di dirglielo, quella notte, di raccontarglielo, di arredersi all’amore. Meglio così, che sospirasse e morisse per un altro, per un altro morisse d’amore. Sete Voltas poteva ripartire. (…). Ella gli strinse la mano, e si schiuse per ringraziarlo. Il suo petto scottava, il dolore di perderla, Ma era di di terra, nella mano destra l’orgoglio, nella sinistra la libertà”.

Vanity Fair elegge Papa Francesco Uomo dell’anno e gli dedica la propria copertina.
Lo racconta con una foto e le bellissime parole pronunciate durante la sua recente visita a Lampedusa.

“Chi di voi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Per questi uomini che desideravano qualcosa per sostenere le loro famiglie? Domandiamo al signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza”

In pochi mesi Papa Francesco ha dimostrato di essere un grande leader ed un grande comunicatore. E’ arrivato al cuore delle persone, e sta mettendo il dito nelle piaghe della chiesa e di questa società.
Standing ovation.

Vanity Papa Francesco

Amore a senso unico

Questa foto, la prima, è stata scattata il 5 giugno del 1989.
Uno studente, disarmatoe inerme fronteggia quattro carri armati in piazza Tian An Men.

La protesta pacifica di un cittadino semplice, per i propri diritti e per una vita migliore.
Contro di lui volti invisibili ben protetti dentro i carri armati e dentro i palazzi del potere.
Dopo quasi 15 anni questa immagine è ancora viva  presente per tutti quelli che vissero attraverso i media quesi giorni ed ogni turista che visiti Pechino, è capitato anche a me,  va più o meno consapevolemente a cercare quella piazza per provare il brivido di quella foto.

A 14 anni di distanza, l’11 giugno 2013 è stata scattata la seconda foto che per molti aspetti mi ricorda la prima.
Ancora una protesta pacifica, quella degli studenti che vogliono proteggere un parco storico di istambul destinato da una decisione ottusa ad essere sostituito da una caserma. Il tutto in un paese nel quale le nuove leggi appena introdotte impongono gonne sotto al ginocchio e il divieto di baci pubblici.
Una colonna di militari in assetto antisommossa aggredisce i manifestanti.
Una giovane donna con un vestito rosso viene bersagliata con gas urticanti dai soldati armati.
Un altro simbolo fortissimo della prepotenza del più forte che si accanisce su un’inerme.

2 foto molto simili che sarà molto difficile togliere dalla mente e dal cuore di milioni di di persone.

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Turchia, la donna in rosso simbolo della protesta

Just Kids

Più di un anno fa avevo visto alcune polaroid di Robert Mappelthorpe al Whitney Museum di NY e di recente la mostra che lo Spazio Forma gli ha dedicato qui a Milano. Le foto che ho trovato più magnetiche? Sicuramente quelle scattate a Patti Smith.

Una storia davvero incredibile la loro, fatta di amore, di passione per l’arte, di fame nera. La racconta la stessa Patti nel libro autobiografico “Just Kids” che vi consiglio.

Robert e Patti si incontrano a NY, entrambi ventenni affamati e disperati. Entrambi artisti fino al midollo con la voglia di esplodere, esplorare, creare. Lei un ragnetto di donna tutta occhi ed energia, lui pallido introverso già bellissimo.
Si amano, condividono un letto singolo in una stanza sgangherata, cenano con 1 sandwich a metà. A volte non mangiano per comprarsi un libro di arte usato.
Passano le notti a disegnare febbrilmente a lume di candela con lo stesso disco che gira all’infinito. Si ispirano a tutti i grandi artisti, da michelangelo a warhol.
Al primo anniversario lui le scrive “Just you and me together. Dreaming, writing and loving each other. Love you always.”E si firma Blue Star. Si chiameranno sempre così.

Gli anni passano, frequentano il Chelsea Hotel, il locale di Wharol (sperando di conoscerlo) poi si lasciano, seguendo strade diverse sia sentimentalmente che artisticamente. Ma restano legati.
A Patti viene chiesto di preparare una mostra in una galleria della 5th Avenue. Lei accetta ma a patto di esporre insieme a Robert.
E’ un trampolino di lancio.
Nel frattempo lei si concentra sulla scrittura, poesie e canzoni. Lui si innamora della fotografia e si rende conto di piacere, tanto, a tanti.
Arriva il primo disco di Patti, che chiede a Robert di scattarle la foto per la copertina.

“L’appartamento di Sam era spartano, bianco e quasi sgombro, con una grossa pianta di avocado accanto alla finestra che affacciava sulla Quinta Avenue. Un enorme prisma rifrangeva la luce spaccandola in arcobaleni che ricadevano sulla parete di fronte a un termosifone bianco. Robert mi posizionò nel triangolo con un leggero tremolio alle mani. Scattò qualche fotografia. Abbandonò l’esposimetro. Una nuvola passò e il triangolo svanì. Mi disse: «Sai una cosa, mi piace molto il biancore della camicia. Ti toglieresti la giacca?».
Mi gettai la giacca in spalla, alla Frank Sinatra. Avevo un mucchio di riferimenti visivi. Robert possedeva luce e ombra.
«Eccola» disse.
Scattò qualche altra fotografia.
«Ce l’ho»
«Come fai a saperlo?»
«Lo so e basta»
Quel giorno scattò dodici fotografie in tutto.
Dopo qualche giorno mi mostrò i provini. «Questa è la magia» disse.
Ancora oggi, quando la guardo, non vedo me stessa. Vedo noi.”
La foto più bella della mostra di Milano.

Una Saggia al Quirinale

Mi è piaciuto l’articolo di oggi di Gramellini di cui vi ripropongo volentieri il testo.
Mi sembra racconti bene di questa Italia triste, incapace di staccarsi da stereotipi impolverati fatti di uomini brizzolati con cravatta destinati a salvarci dal baratro. Persino Napolitano è caduto in questa trappola del luogo comune, benchè gli venga riconosciuto il merito di essersene poi scusato.
Valorizzare le donne e i giovani, che non sono una minoranza, ma una larga componente di questa società è la vera sfida. Ce la faremo?  Incrociamo le dita.

Una Saggia al Quirinale

massimo gramellini

Facendomi portavoce dell’opinione di numerose lettrici, vorrei qui ringraziare il presidente Napolitano per non avere inserito neppure una donna nella lista dei dieci Saggi che hanno dato il cambio all’onnivoro esploratore Bersani nel ruolo di intrattenitori istituzionali. La difficile missione di questi brizzolati esponenti dell’establishment consiste infatti nell’ingannare il tempo fino al conclave che eleggerà il prossimo Capo dello Stato, stilando elenchi di priorità su fogli di carta intestata che fra un paio di settimane si tradurranno in aeroplanini volteggianti. E’ un compito non nuovo ma necessario e nessuno dubita che essi lo adempiranno con scrupolo e senso civico. Soprattutto con quella passione che soltanto i maschi riescono a infondere nelle cose inutili e astratte.

Le donne no: troppo pragmatiche, troppo legate alla vita. I dibattiti destinati al nulla le lasciano indifferenti e anche un po’ insofferenti. Se qualcuno le avesse incautamente coinvolte, avrebbero forse accettato – per naturale cortesia o legittima vanità – di partecipare alla prima riunione. Ma, annusata l’aria sterile, ci avrebbero messo un attimo a recuperare borsetta e paltò, lasciare i Saggi alla loro saggezza e correre a occuparsi delle decine di adempimenti pratici che costellano la giornata di ogni essere di sesso femminile in un Paese che sulle donne ha scaricato le latitanze della collettività. Se proprio le vogliamo scomodare, che sia per qualcosa di veramente utile e di dolcemente rivoluzionario. Come una Saggia al Quirinale, per esempio.